giovedì 24 gennaio 2013

Era il 1860 e spicci. Dobbiamo ancora imparare

Non ci sono tanti commenti da fare di fronte a queste inascoltate frasi di 150 anni fa.

"Meno partiti ci sono, e meglio si cammina. Beati i paesi dove non ve ne sono che due: uno del presente, il Governo; l'altro dell'avvenire, l'Opposizione. Un tale stato di cose è segno della robusta salute d'una nazione; è segno che in essa le questioni di vera utilità pubblica soffocano le questioni d'utilità private, di persone, di sètte, ec., ec. "

"La prima delle cose necessarie, è di non spendere quello che non si ha."

"Gl'Italiani hanno voluto far un'Italia nuova, e loro rimanere gl'Italiani vecchi di prima, colle dappocaggini e le miserie morali che furonoun tempo la loro rovina; [...] pensano a riformare l'Italia, e nessuno s'accorge che per riuscirci bisogna, prima, che si riformino loro."

"Il primo bisogno d'Italia è che si formino Italiani dotati d'alti e forti caratteri. E pure troppo si va ogni giorno più verso il polo opposto: pur troppo s'è fatta l'Italia, ma non si fanno gl'Italiani."

"L'Italia è l'antica terra del Dubbio. [...] Il dubbio è un gran scappafatica; lo direi quasi il vero padre del dolce far niente italiano."

Ma soprattutto......

"Si deve dire la verità e mantenere la parola data a tutti, e persino alle donne."

Massimo D'Azeglio.

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